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Mtb, Hero Dolomites: sette volte Paez. Prima di Morath tra le donne

Non c’è storia, proprio non ce n’è. Anche quando il pronostico non lo segnala come favorito numero 1, seppur con minimo margine, Leonardo Paez guarda avanti e domina la BMW Sudtirol Hero Dolomites. Il colombiano si rialza subito dalla sfortunata edizione 2021, in cui ben tre forature gli negarono la vittoria, senza comunque impedirgli di centrare il podio, e torna per la settima volta sul trono della più dura marathon di mountain bike al mondo, battendo di quasi due minuti e mezzo il connazionale Diego Alfonso Arias Cuervo. Per un re che non vuole mollare lo scettro, quest’anno c’è una regina che se lo prende per la prima volta, alla seconda partecipazione alla corsa: a vincere la prima tappa della Hero Series, tra le donne, è la due volte campionessa nazionale tedesca di cross country Adelheid Morath. Dopo aver controllato la sfuriata iniziale di Elena Gaddoni, Morath ha preso il largo sul Pordoi e poi chiuso con quasi 11 minuti di vantaggio sulla seconda classificata, Debora Piana. Con l’edizione 2022 salgono a sette le vittorie complessive per la Colombia, tutta di Paez, a cinque quelle della Germania, che raggiunge l’Italia.

Doveva essere battaglia colombiana e battaglia colombiana è stata: Paez e Cuervo si sono contesi la vittoria sin dalle prime battute di gara, staccando il resto del gruppo senza problemi. Questa volta, il re delle Dolomiti era però dato leggermente in svantaggio nel duello con il connazionale, il quale aveva dichiarato di essere in Val Gardena per vincere la Hero, e non ci è andato lontano. Tuttavia, la progressione di Paez nella seconda parte di gara ha fatto la differenza, consentendogli di mettere tra sé e l’avversario un sufficiente margine per controllare fino all’arrivo. “Sono contento di essere qui e di vincere ancora – commenta al termine della corsa -. È qualcosa di grande, non è facile farlo per sette volte in questa gara durissima. Come sempre, ci sono dei punti in cui ti sembra di non farcela e oggi ho avuto un problema fisico e mi sono dovuto fermare, per poi ripartire. Dedico la vittoria alla mia squadra, a Roberto Gallo e a mia moglie, che ci mettono sempre il cuore per aiutarmi ad andare avanti”. Dietro di loro, l’impresa di Gerhard Kerschbaumer, che nei chilometri finali riesce a staccare gli altri inseguitori, Franz Claes e Urs Huber, portando la bandiera italiana con sé sul podio.

Anche la sfida a due nel femminile si è decisa avvicinandosi al Pordoi, ma è terminata con un margine molto maggiore tra le contenenti e, alla fine, con una terza atleta a inserirsi tra loro. Elena Gaddoni era partita meglio di Adelheid Morath, tuttavia la tedesca ha spiegato che il ritmo impostato dall’italiana era troppo elevato per rimanerle a ruota, così ha deciso di tenere la propria andatura e di aspettare un’apertura. Questa si è mostrata dopo il Passo Dantercepies e Morath ci si è infilata con decisione, in discesa, scavando poi rapidamente un ampio solco, grazie ad attacchi su ogni salita. Nel finale è arrivato il crollo di Gaddoni, che ha accumulato oltre 11 minuti di ritardo e si è vista sfilare da Debora Piana, giunta al traguardo con un sorriso enorme stampato in volto. “Tutto questo è molto emozionante – ha commentato Morath -. L’anno scorso è stata la mia partecipazione e la gara mi era piaciuta molto, così sono tornata per la vittoria. È stata una lotta molto dura, con oltre tremila metri di dislivello e un parco atlete fortissimo, poi la Hero è una delle marathon più importanti ed è conquistarla è un sogno che diventa realtà”.

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