Il re non abdica. Come previsto e prevedibile, Leonardo Paez è ancora il campione della Bmw Hero Dolomites, la più dura marathon di mountain bike al mondo. Con una vittoria in solitaria, dopo aver staccato tutti gli avversari, il colombiano estende il proprio dominio quasi incontrastato sulla corsa, un regno che dura da otto anni con due brevissime pause: nel 2015 e nel 2017, in cui Paez è comunque salito sul podio. <Non è facile esprimere la mia soddisfazione. Ormai ho scritto una grande storia in questa gara che mi è piaciuta sin dalla prima volta. Mi porta bene e sono molto contento per questa vittoria>, ha commentato il colombiano, dopo aver conquistato l’edizione numero dieci della Hero. La categoria femminile della corsa ha, invece, una nuova regina: è Mara Fumagalli. Dopo averci provato e riprovato, andandoci molto vicina, la campionessa italiana in carica è finalmente riuscita a conquistare una corsa che per lei era l’obiettivo numero uno. <Ci tenevo tantissimo a vincerla con la maglia tricolore addosso ed è arrivata. Vale quasi come un mondiale, sono veramente contenta>, ha dichiarato l’italiana al termine della corsa.
Gli uomini – Paez chiarisce subito le proprie intenzioni e stacca i suoi sfidanti già sulla prima salita impegnativa: il Dantercepies. Sulla scalata più dura, quella dell’Ornella che ha il 29% di pendenza, il colombiano ha già fatto il vuoto e solo il campione europeo in carica, il russo Alexey Medvedev, riesce ad avvicinarlo di nuovo, per poi staccarsi ancora, poco dopo. Juri Ragnoli, vincitore nel 2017, non entra mai in gara e rimane sempre a distanza, mentre all’inseguimento di Paez vanno il compagno di squadra Diego Cuervo e il campione italiano Samuele Porro, oltre a Daniele Mensi e Martino Tronconi che si staccano a metà gara. Sul Passo Duron, Porro prova a ridurre lo svantaggio dal colombiano, ma Paez è troppo veloce e non dà possibilità di recupero. A rientrare è, invece, Cuevas che supera e stacca l’italiano dopo aver perso terreno nelle fasi precedenti. In discesa, poi, spunta dal nulla Urs Hubers che attacca all’improvviso Cuevas e cerca una rimonta disperata, ma Paez è troppo lontano e chiude con quattro minuti vantaggio sullo svizzero, secondo come lo scorso anno. Terzo e molto soddisfatto è Cuevas, mentre Porro, primo degli italiani, chiude al quarto posto.
Le donne – Meno scontato era il pronostico per la categoria femminile, soprattutto per l’assenza della campionessa in carica Christina Kollmann. L’ultima vincitrice prima di lei, Elena Gaddoni, è però in gara ed è lei la prima a forzare l’andatura. L’italiana si mette in testa al gruppo sul Dantercepies, con Blaza Pintaric, numero 1 del ranking internazionale, e Fumagalli alla ruota. Al quarto posto c’è la sorpresa Sini Alusniemi, sciatrice di fondo finlandese. Gaddoni cerca subito l’allungo, ma Fumagalli, in forma strepitosa e preparata specificamente per questa gara, la raggiunge e la supera assieme alla lituana Katazina Sosna. Le due fanno il vuoto e solo Alusniemi, dopo aver ripreso e staccato Gaddoni, riesce a tenerne il ritmo. La campionessa italiana, però, ne ha più delle avversarie e sul Passo Sella scappa ancora, trovando l’allungo decisivo. Alusniemi si porta in seconda posizione e lascia sul posto Sosna, ma ha ormai più di un minuto di ritardo da Fumagalli che si lancia in discesa e rallenta solo quando, nell’ultimo chilometro, è colpita da crampi a gambe e addome e abbassa il ritmo per non correre rischi. Al traguardo l’italiana, esausta, abbandona subito la bici per sciogliere i crampi, prima di scoppiare a piangere per la gioia, mentre Alusniemi e Sosna chiudono al secondo e terzo posto.
Nicola Petricca