Nella settimana delle classiche monumento del Nord, dopo la Parigi-Roubaix e in attesa di Freccia Vallone e Liegi-Bastogne-Liegi, sulle montagne italo-austriache scatta la 45a edizione del Tour of the Alps, tradizionale appuntamento primaverile per il ciclismo maschile. Cinque giornate intensissime, con altrettante tappe, determineranno il successore del britannico Simon Yates sul trono della corsa, che scatterà lunedì 18 aprile e terminerà venerdì 22. Come di consueto, PMGSport trasmetterà in diretta tutti gli appuntamenti sui propri canali, dalla partenza di Cles fino all’arrivo a Linz. Tanti i ciclisti di spessore in gara, in una corsa ricca di formazioni World Tour, dieci, dalla Ineos Grenadiers alla Bahrain-Victorious, le due squadre più accreditate per il successo finale, ad Astana Qazaqstan e Bora-Hansgrohe, passando Ag2r-Citroen, Groupama-Fdj, Movistar Team, Team Dsm, Israel-Premier Tech ed EF Education-Easypost, a cui si aggiungeranno diverse interessanti informazioni Pro Continental e Continental. La corsa introdurrà anche una novità tra le maglie, che porteranno il marchio Alé Cycling, assegnate ai leader e vincitori di classifica: oltre a quelle verde per la generale, azzurra per i Gran premi della montagna, bianca per il miglior giovane e rossa per gli sprint intermedi, ci sarà la maglia gialla per il ciclista più combattivo, che sarà intitolata alla memoria di Michele Scarponi, in collaborazione con la Fondazione Scarponi.
I favoriti. Sono diversi i ciclisti che possono puntare al successo, ma un gruppo di cinque spicca tra loro ed è composto da Pello Bilbao (secondo lo scorso anno) e Mikel Landa, (vincitore nel 2016) della Bahrain-Victorious, Richi Porte (vincitore nel 2015) e Pavel Sivakov (vincitore nel 2019) della Ineos Grenadiers, Miguel Anguel Lopez dell’Astana Qazaqstan, che proverà a regalare il primo Tour of the Alps alla Colombia. Questi sono gli atleti sulla carta più attrezzati per conquistare, o riconquistare, la corsa. Per quanto riguarda le altre squadre World Tour, non va mai sottovalutata la presenza di Thibaut Pinot, al via anche stavolta, che con queste Alpi ha un feeling speciale e cerca ancora il primo sigillo nella generale, così come ci saranno l’accoppiata di scalatori Hugh Carthy (quinto lo scorso anno) – Esteban Chaves per la EF Education-Eeasypost, il francese Romain Bardet per il Team Dsm, Lennard Kamna e Matteo Fabbro per la Bora Hansgrohe e Carl Frederik Hagen per la Israel-Premier Tech, che schiera anche Chris Froome, sempre alla ricerca di un ritorno, almeno parziale, ai fasti di un tempo. Il Tota, però, è un appuntamento che ha lanciato tantissimi talenti e, allora, anche quest’anno ce ne saranno diversi da osservare: su tutti spicca il belga Cian Uijtdebroeks, classe 2003 della Bora-Hansgrohe, attesissimo debuttante dopo il doppio salto di categoria, dagli Juniores ai pro; insieme a lui, occhio al suo connazionale Henri Vandenabeele (Team DSM), al neozelandese della Groupama-FDJ Reuben Thompson, al tedesco del Team Tirol KTM Florian Lipowitz e al nostro Filippo Zana (Bardiani-CSF-Faizanè), terzo classificato all’ultimo Tour de l’Avenir.
Il percorso. Tra le cinque tappe in programma, la regina sarà la terza e lì, probabilmente, si deciderà o ci sarà la svolta della gara. Si partirà con il tracciato più lungo (Cles – Primiero/San Martino di Castrozza, 160.9 km), ma di media difficoltà e con due soli passi: il Brocon e il Gobbera. Nella seconda tappa (Primiero/San Martino di Castrozza – Lana), avvio subito in salita con l’ascesa verso la vetta più alta della corsa, quella del Passo Rolle, che terminerà già al km 21; nella parte finale arriverà la seconda scalata importante, al Passo della Mendola, seguita dalla discesa che porterà al traguardo. La terza giornata (149 km) sarà quella fondamentale, in cui emergeranno i campioni: dai 264 metri sul livello del mare di Lana si arriverà ai 1154 di Niederdorf/Villabassa, con una lunga serie di scalate di diversa intensità. Determinante sarà il Passo Furcia, ultima salita della giornata, e proprio qui si potrebbe decidere la classifica generale. La quarta tappa (Niederdorf/Villabassa – Kals Am Grossglockner, 142 km) avrà un profilo altimetrico molto movimentato, in costante saliscendi, e l’arrivo posto al termine di una progressiva salita che potrebbe fare selezione. Infine, la giornata conclusiva avrà il percorso più corto tra i cinque (116 km Linz – Linz), ma sarà ricca di secche, frequenti e repentine scalate, comprese tra i primi 30 chilometri e gli ultimi 10, che saranno in piano.