Trofeo Beppe Viola – I duelli decisivi della finale
Atalanta–Partizanovvero solidità contro estro. La scuola italiana, accorta e tattica, contro quella serba, spregiudicata e offensiva. I talenti nerazzurri contro quelli bianconeri, in una sfida cromatica che nel nostro paese non lascia mai indifferenti. La finale del46esimo trofeo Beppe Violasarà questo e tanto altro. Da una parte il miglior vivaio d’Europa secondo l’osservatorio di calcio internazionale CIES, dall’altra la fucina bergamasca, da sempre forgiatrice di futuri campioni, che solo nell’ultimo anno ha portato in serie A giocatori comeCaldara,GagliardinieConti, il futuro della Nazionale Azzurra. Difficile inquadrare la partita. Osservatori, allenatori e giornalisti si aspettano una gara equilibrata ma si sa che nelle finali tutto può cambiare nel giro di pochi secondi. E allora è giusto affidarsi ai ragazzi più in forma, quelli che hanno trascinato le due squadre fino a questo punto: gioiellini a cui i due allenatoriMassimo BrambillaeZarko Lazeticnon vogliono rinunciare. Fari del centrocampo, nati nello stesso giorno, tecnica e fisicità al servizio dei compagni. Sulle spalle di entrambi quel numero dieci, l’unica maglia che conta in un calcio dove lo spazio per il romanticismo è sempre di meno. Da una parte il preciso mancino diKulusevski, capace di segnare 13 gol in 18 partite di campionato e autore di una rete e un assist nellasemifinalecontrol’Inter. Dall’altra il potente destro diKokir, per informazioni chiedere allaLazio,tramortita all’esordio dal tiro sotto l’incrocio del biondo diBelgrado. Lo svedese dell’Atalanta, il cognome è di origini macedoni, è già finito nella lista dei desideri di tanti club europei ma difficilmente i bergamaschi lo lasceranno partire dopo averlo acquistato un anno fa dalBrommapojkarna. Centrocampista moderno tutto tecnica e inserimenti Kulusevski abbina un piede preciso a un fisico imponente (1,86 a soli 17 anni). Kokir, meno alto ma altrettanto potente, fa della velocità palla al piede una caratteristica rara da trovare nei ragazzi così giovani. Entrambi sono in grado di decidere la finale ma dovranno dimostrare di avere un’altra caratteristica fondamentale per farlo: la testa, quella che ogni tanto perdono, inebriati dal loro stesso talento. Ruoli opposti ma stesso identico carisma. Il primo difensore centrale e capitano della squadra, l’altro bomber e grande personalità a servizio del gruppo. Sarà un bel duello quello traMarkoviceNivokazimeno tecnici dei due compagni di squadra appena descritti ma in grado di spazzare via gli avversari con un colpetto. Sulle orme diIvanovic,il difensore bianconero ha chiuso lasemifinalecontro laRomacon un gran colpo di testa ed è pronto per la sfida decisiva. Vincere significherebbe essere il primo capitano straniero a portare la coppa fuori dai confini italiani. Dall’altra parte il ragazzone di Perugia, 1 metro e 84 di pura potenza, letale in area di rigore ma in grado anche di far partire l’azione con il gioco di sponda, una caratteristica ormai fondamentale per qualsiasi attaccante moderno. Generoso ma mai stanco quando si tratta di colpire,Nivokaziha già fatto 20 gol nelle 18 gare di campionato, due nel torneo di Arco, e non intende fermarsi. Titolo di capocannoniere e trofeo sono a un passo. Duelli fondamentali ma non gli unici:VukaniccontroBoccignone,VedovaticontroMilosavljevice tanti altri. Un alfabeto di confronti che deciderà chi sarà il 46esimo campione del Trofeo Beppe Viola.
