“Spalletti? Come uomo lasciamo stare…” | Critiche durissime da un suo ex giocatore: nessuna pietà per l’ex CT
Luciano Spalletti - Lapresse - pmgsport.it
Un racconto improvviso riapre un capitolo delicato e solleva interrogativi su un rapporto vissuto con grande difficoltà
Nel calcio non sono soltanto i risultati a lasciare il segno. A volte sono i rapporti umani, le sensazioni vissute nello spogliatoio e le dinamiche tra allenatore e giocatori a riemergere dopo anni, riportando alla luce storie che sembravano archiviate.
È quello che sta accadendo attorno alla figura di un ex difensore di alto livello, che ha scelto di tornare su un periodo particolare della sua carriera, raccontando come abbia vissuto la guida di Spalletti.
Le sue parole non riguardano schemi, moduli o scelte di formazione, ma il modo in cui, a suo dire, è cambiata l’atmosfera dal momento dell’arrivo di questo allenatore.
Da una gestione percepita come più serena si sarebbe passati a un ambiente più rigido, segnato da tensioni difficili da smaltire. Un cambio di clima che, secondo il protagonista, ha finito per incidere profondamente sulla quotidianità, sul rendimento e sulla percezione stessa del proprio ruolo all’interno della squadra.
Le frasi che svelano il malessere nascosto
L’ex difensore in questione è João Miranda, protagonista di anni importanti con la maglia dell’Inter, che ha deciso di raccontare apertamente il suo rapporto con Luciano Spalletti. Le sue parole sul tecnico toscano, riportate anche da Fanpage, sono state durissime, soprattutto sul piano personale. “Come allenatore niente da dire: un vincente. Ha riportato l’Inter in Champions e ha gettato le basi per il futuro, ma come uomo… lasciamo stare. Il peggior allenatore avuto in Italia” ha dichiarato, distinguendo nettamente il giudizio sull’allenatore da quello sull’uomo, e lasciando intendere che dietro questa valutazione ci siano episodi ben precisi.
Secondo il difensore brasiliano, il punto di rottura definitivo fu un confronto acceso: “Litigammo. Non ama chi gli si mette contro e ha opinioni diverse. Dopo quel diverbio, ho iniziato a giocare sempre meno”. In queste frasi si concentra il cuore del suo malessere: la sensazione di essere finito nel mirino, di non avere più lo stesso spazio e di pagare il prezzo di un contrasto personale con l’allenatore. Un passaggio che, nella sua ricostruzione, trasformò il rapporto da complesso a irrecuperabile.

Un passato che ritorna e una reputazione da gestire
Le dichiarazioni di Miranda riaprono il dibattito su come venga percepito Spalletti da chi lo ha avuto come allenatore. Da un lato c’è il tecnico vincente, capace di riportare l’Inter in Champions League e di lasciare un’impronta importante nelle squadre guidate. Dall’altro, emerge il ritratto di una gestione umana vissuta come dura, talvolta conflittuale, che in alcuni casi avrebbe lasciato strascichi difficili da cancellare. Il contrasto tra la figura pubblica del mister e il racconto di chi lo ha conosciuto dall’interno contribuisce a comporre un quadro molto più sfaccettato.
Questo nuovo affondo non cambia il percorso sportivo dell’ex CT della Nazionale, ma ne tocca inevitabilmente l’immagine. Le parole di Miranda mostrano come certe esperienze possano continuare a pesare anche a distanza di anni, soprattutto quando un giocatore ritiene di non essere stato capito o gestito nel modo giusto. Allo stesso tempo ricordano quanto, nel calcio di alto livello, il confine tra rispetto, paura, disciplina e rottura sia sottile.
Resta la sensazione di un rapporto mai ricomposto, che oggi riaffiora attraverso un racconto diretto e senza filtri. Le strade di Miranda e Spalletti si sono divise da tempo, ma le sue frasi riportano entrambi al centro della scena, con un passato che torna a far parlare di sé e che continua a sollevare domande su ciò che accade davvero dietro la facciata luminosa del grande calcio.
