Rimpianto Lazio, da esubero a goleador di razza: l’ex biancoceleste completamente trasformato | Lotito si mangia le mani
Claudio Lotito - Fonte X - pmgsport.it
La Lazio di Maurizio Sarri vive un momento complicato: tra un calciomercato bloccato e risultati altalenanti, il club biancoceleste affronta una delle fasi più delicate della gestione Lotito.
L’estate 2025 ha lasciato il segno in casa Lazio. Nessun acquisto, tante difficoltà e un organico ridotto all’osso. Le cause del blocco di mercato sono legate ai parametri economico-finanziari fissati dalla Co.Vi.So.C., che ha imposto lo stop alle operazioni in entrata fino al rientro nei limiti di liquidità e sostenibilità.
Un freno che ha costretto la società a rinunciare a rinforzi e a puntare su rientri dai prestiti e risorse interne. Per Sarri, abituato a un calcio fatto di movimenti studiati e interpreti precisi, la mancanza di nuovi innesti si è tradotta in una stagione in salita.
Nonostante l’impegno e la professionalità del tecnico, i risultati sono stati fin qui piuttosto altalenanti. La squadra fatica a trovare continuità, soprattutto in fase offensiva, dove l’assenza di alternative di livello pesa come un macigno. E tra le difficoltà presenti, non mancano i rimpianti per le occasioni mancate del passato.
Uno in particolare torna a far discutere tifosi e addetti ai lavori, perché nel frattempo, altrove, è esploso un giocatore che a Formello non era riuscito a brillare.
Un ex che brilla altrove: la rinascita di un bomber inatteso
Il protagonista di questa rinascita è Vedat Muriqi, attaccante kosovaro che con la maglia biancoceleste non era mai riuscito a imporsi. Arrivato nel 2020 con grandi aspettative, non ha mai trovato la continuità né la fiducia necessaria per rendere al meglio nel sistema di gioco di Sarri. Spesso criticato, finì presto ai margini del progetto e fu ceduto al Maiorca, club spagnolo che ha creduto in lui e gli ha offerto un ruolo centrale. Da lì, la svolta.
In Spagna, Muriqi si è trasformato in un attaccante completo, fisico e continuo. È oggi uno dei migliori marcatori della Liga, trascinatore di una squadra che lotta con coraggio contro avversari ben più quotati. I suoi numeri parlano da soli: gol decisivi, rendimento costante e un’influenza notevole nello spogliatoio. Il giocatore che a Roma sembrava timido e spaesato è diventato un simbolo di determinazione e riscatto, capace di imporsi in uno dei campionati più competitivi d’Europa. Con la rete firmata contro il Getafe (sesta in stagione dopo 10 partite), è diventato il terzo miglior marcatore della storia del suo club.

Il rimpianto biancoceleste e le lezioni per il futuro
Alla luce dei risultati attuali, la parabola di Muriqi appare come un vero e proprio caso di scuola. Un talento sottovalutato che, una volta liberato da pressioni e aspettative, ha dimostrato di poter competere ad alti livelli. A Roma, la sua esperienza è diventata un esempio di come l’ambiente e la gestione possano incidere sul rendimento di un giocatore. E mentre il Maiorca lo celebra come idolo, in casa Lazio cresce il rammarico per non aver trovato il modo di valorizzarlo.
Lotito, oggi, guarda avanti, ma non può ignorare il significato di storie come questa. Il blocco di mercato e le difficoltà attuali rendono ancora più evidente quanto sia necessario programmare con lucidità e visione. Muriqi, da esubero a goleador, è la dimostrazione che nel calcio la rinascita è sempre possibile, ma anche che i rimpianti, se non gestiti, rischiano di trasformarsi in lezioni amare. E per la Lazio di Sarri, in cerca di identità e fiducia, il successo dell’ex attaccante resta una ferita ancora aperta.
