“Pratiche basate sulla sofferenza”: Pogba, nessuno sapeva nulla | L’ex Juventus nell’occhio del ciclone
Pogba - Lapresse - pmgsport.it
La notizia, tuttavia, non è passata inosservata e ha immediatamente generato reazioni contrastanti. Mentre alcuni hanno accolto con curiosità l’apertura di Pogba verso un settore così particolare, altri hanno sollevato forti critiche. Tra le voci più autorevoli e decise si è fatta sentire PETA (People for the Ethical Treatment of Animals), la più grande organizzazione mondiale per i diritti degli animali. L’organizzazione ha espresso pubblicamente la sua preoccupazione, esortando il giocatore a riconsiderare profondamente la sua decisione, sottolineando le implicazioni etiche e il potenziale impatto sul benessere degli animali coinvolti.
La denuncia di PETA e le crudeltà nascoste
A seguito dell’annuncio di Pogba, PETA Francia ha diffuso un comunicato stampa a firma di Isabelle Goetz, responsabile delle relazioni pubbliche, indirizzato direttamente al calciatore. “Caro Paul,” inizia il messaggio, “abbiamo appreso di recente della tua decisione di diventare azionista e ambasciatore di una squadra di corse di cammelli e volevamo attirare la tua attenzione sulle realtà particolarmente crudeli che si celano dietro questo settore.” Il tono è perentorio, ma informativo, mirato a sensibilizzare Pogba su aspetti spesso ignorati dal grande pubblico.
Il fulcro della denuncia di PETA si concentra sulla sofferenza degli animali senzienti. L’organizzazione sottolinea come “molti non sono ancora consapevoli di quanto queste pratiche siano basate sulla sofferenza degli animali”. Viene evidenziato il ricorso a metodi di allenamento spesso coercitivi e l’utilizzo, in passato, di “jockey-bambini” sostituiti solo recentemente da robot, ma la cui storia lascia un’ombra pesante sull’etica di queste competizioni. PETA spera vivamente che queste informazioni possano spingere il campione a riconsiderare il suo coinvolgimento, data la sua influenza e il suo ruolo di modello. La questione solleva un dibattito più ampio sull’etica dello sport e sulla responsabilità delle figure pubbliche nel sostenere pratiche che potrebbero compromettere il benessere animale.

