Disastro Fiorentina, il colpevole non era Pioli | Ecco che cosa c’è dietro: la verità ha sconvolto i tifosi
Pioli - Lapresse - pmgsport.it
Per settimane è stato indicato come il principale responsabile del disastro viola, ma ora una voce autorevole ribalta il racconto
La crisi della Fiorentina ha avuto un volto ben preciso su cui sfogare rabbia e delusione: quello dell’allenatore. Nel momento più buio della stagione, con la squadra impantanata nei bassifondi della classifica e il clima avvelenato attorno al centro sportivo, il nome di Stefano Pioli è diventato il bersaglio perfetto. Fischi, contestazioni, discussioni infinite tra i tifosi, con la convinzione che cambiare in panchina fosse l’unica via d’uscita.
Ora, però, il racconto si incrina. L’ex centrocampista viola Riccardo Maspero, che in passato quello spogliatoio lo ha vissuto e che conosce le dinamiche di un gruppo in difficoltà, ha offerto una lettura molto diversa.
Secondo questa analisi, l’allenatore avrebbe avuto sicuramente la sua parte di responsabilità, ma non sarebbe lui il vero epicentro del terremoto. A pesare, più di ogni scelta tattica, sarebbero stati l’atteggiamento mentale della squadra e la mancanza di personalità in campo, elementi che hanno finito per sconvolgere una piazza abituata a cercare un colpevole solo in panchina.
Dentro la crisi viola: non basta cambiare l’allenatore
Il punto di partenza è semplice quanto scomodo: la Fiorentina dell’ultimo periodo non è crollata solo per errori di modulo o sostituzioni sbagliate. Maspero ha insistito su un concetto chiave: l’allenatore può indicare una strada, ma non può correre al posto dei suoi uomini. La responsabilità dei giocatori, spesso evocata solo a mezza voce, viene improvvisamente messa al centro del dibattito. In campo, è mancato chi si prendesse la squadra sulle spalle nei momenti decisivi, trasformando le difficoltà in una lenta e inesorabile caduta.
Dentro le partite della Fiorentina si è vista una squadra spesso lunga, fragile, incapace di reagire al primo episodio negativo. Non si tratta solo di condizione fisica, ma di spirito. L’idea che circola tra alcuni addetti ai lavori è che il gruppo abbia smesso troppo presto di credere davvero nel progetto, rifugiandosi nella spiegazione più comoda: la colpa è dell’allenatore. Da qui il corto circuito che ha travolto la panchina, mentre sul campo proseguivano errori individuali, poca aggressività, scelte approssimative nei momenti chiave. Un mix che nessun cambio tecnico, da solo, può correggere.

Leader assenti e alibi facili: quello che i tifosi non volevano sentire
Il passaggio che ha davvero scosso i tifosi è stato un altro: secondo l’ex centrocampista, questa Fiorentina non avrebbe un vero leader in mezzo al campo. Il centrocampo, cuore pulsante di ogni squadra, mancherebbe di personalità e guida, più ancora che di qualità tecnica. In assenza di una voce forte, capace di tenere unito il gruppo nelle difficoltà, l’ambiente si sarebbe aggrappato all’idea che cambiando l’allenatore tutto si sarebbe sistemato.
Per i tifosi è una verità dura da digerire, perché sposta il discorso su un terreno più complesso: non basta esonerare un tecnico per guarire da una crisi così profonda. Se il problema affonda nelle dinamiche dello spogliatoio, nella mentalità di chi scende in campo e nelle scelte di chi costruisce la rosa, allora la “caccia al colpevole” diventa improvvisamente meno semplice. La sensazione, sempre più diffusa, è che la crisi viola sia il risultato di responsabilità condivise: la panchina ha certamente sbagliato, ma giocatori e società non possono più nascondersi dietro l’ombra di Pioli. Ed è proprio questo cambio di prospettiva, più che un gol subito o una sconfitta di troppo, ad aver davvero sconvolto la tifoseria.
