Como, la festa è già finita | Fabregas lascia San Siro con l’amaro in bocca: oltre la sconfitta il grave infortunio

Como, la festa è già finita | Fabregas lascia San Siro con l’amaro in bocca: oltre la sconfitta il grave infortunio

Fabregas - Lapresse - pmgsport.it

La serata del Como a San Siro si trasforma in un incubo: oltre alla sconfitta arriva un infortunio grave per mister Fabregas.

Nel giro di pochi mesi il Como si è ritrovato catapultato in un palcoscenico che fino a poco tempo fa sembrava lontanissimo. La squadra guidata da Fabregas è passata dall’euforia della promozione alla possibilità di misurarsi nei templi del calcio italiano, sotto i riflettori e davanti a decine di migliaia di spettatori. La sfida di San Siro doveva essere una serata simbolica, una prova di maturità più emotiva che di classifica, con la speranza di uscire comunque a testa alta, indipendentemente dal risultato finale.

Invece, minuto dopo minuto, quella che sembrava una grande occasione si è trasformata in una notte piena di rimpianti. Il punteggio ha premiato gli avversari e riportato il Como con i piedi per terra, ma ciò che ha fatto davvero male è arrivato quando uno dei protagonisti più attesi ha chiesto il cambio stringendo i denti. Qualche gesto eloquente verso la panchina, lo sguardo preoccupato dei compagni, l’ingresso rapido dello staff medico: dettagli che hanno fatto capire subito che non si trattava del solito acciacco di fine partita.

Nel dopo gara, mentre si provava a salvare il salvabile dalla prestazione e a leggere il bicchiere mezzo pieno, la domanda che circolava tra tifosi e addetti ai lavori era una sola: quanto è serio il problema fisico del giocatore e per quanto tempo il Como dovrà farne a meno? Le risposte sono arrivate nelle ore successive, trasformando la semplice preoccupazione in una vera tegola sulla stagione appena cominciata.

La diagnosi conferma i timori: si ferma Álvaro Morata

Le sensazioni della notte di San Siro sono state confermate dagli esami di controllo. Come riportato da Fantacalcio, il Como perde infatti Álvaro Morata: l’infortunio rimediato contro l’Inter ha evidenziato una lesione all’adduttore della coscia sinistra, un problema destinato a tenerlo lontano dal campo per circa quattro settimane. Per Fabregas è un colpo pesantissimo: viene a mancare il giocatore che porta in dote esperienza internazionale, personalità e capacità di incidere nei momenti chiave, proprio mentre il calendario inizia a farsi più intenso.

Dal punto di vista pratico, lo staff ha già individuato la soluzione interna: in assenza di Morata ci sarà spazio per Douvikas, chiamato a trasformare l’emergenza in un trampolino di lancio e a farsi trovare pronto ogni volta che verrà chiamato in causa. Il messaggio che filtra dall’ambiente lariano è chiaro: niente allarmismi, ma la consapevolezza che per almeno un mese il Como dovrà fare a meno del proprio uomo più rappresentativo, gestendo con attenzione cambi, rotazioni e gestione delle energie, soprattutto nelle gare più delicate.

Morata con la maglia della Spagna – Lapresse – pmgsport.it

Emergenza e opportunità: come cambia il Como senza il suo leader

L’infortunio di Morata costringe Fabregas a ridisegnare qualcosa, ma apre anche scenari interessanti per il resto della rosa. Per Douvikas e per gli altri elementi offensivi si tratta di un’occasione concreta per guadagnare minuti, fiducia e peso specifico nelle gerarchie, sapendo che il tecnico spagnolo non ha mai avuto paura di responsabilizzare chi dimostra di meritarselo in settimana. In uno spogliatoio che ha fatto di fame e umiltà il proprio marchio di fabbrica, l’assenza di un leader può diventare lo stimolo giusto per far emergere nuove personalità e nuove soluzioni tattiche.

Il calendario, però, non aspetta nessuno: le prossime settimane diranno quanto il Como saprà reggere l’urto senza il suo principale punto di riferimento. Nel frattempo lo staff medico lavorerà per accompagnare Morata in un recupero completo, evitando forzature ma cercando di riaverlo al cento per cento nella fase cruciale della stagione. Fino ad allora la squadra sarà chiamata a dimostrare di non dipendere da un solo uomo, trasformando questa tegola in un test di maturità anticipato per tutto il progetto firmato Fabregas.