Calcio italiano senza parole: dalla brutale aggressione alla terapia intensiva | Il Presidente del club è ancora sconvolto

Il calciatore Bruno Petrone, accoltellato a Napoli, è fuori pericolo. Il presidente dell’Angri, Claudio Anellucci, condivide il sollievo e lo sconcerto per l’accaduto.

Calcio italiano senza parole: dalla brutale aggressione alla terapia intensiva | Il Presidente del club è ancora sconvolto
Una notizia che infonde un profondo sollievo nel cuore del calcio italiano e, in particolare, nella comunità di Angri. Bruno Petrone, il giovane e promettente calciatore di 18 anni, vittima di una brutale aggressione a Napoli, è finalmente uscito dalla terapia intensiva. L’episodio di violenza, avvenuto nella notte tra venerdì 26 e sabato 27 dicembre in uno dei vicoli affollati della movida di Chiaia, aveva lasciato il ragazzo in condizioni estremamente critiche, colpito da ben cinque coltellate.

Ricoverato d’urgenza nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Paolo di Fuorigrotta e sottoposto a una delicata operazione chirurgica, Petrone ha affrontato giorni di grande apprensione. L’attesa è terminata grazie all’annuncio del suo miglioramento, diramato dal presidente del club, Claudio Anellucci. Intervenuto ai microfoni di Radio TuttoNapoli, Anellucci ha condiviso la notizia con un tono di evidente gioia e sollievo. “Voglio subito dare una buona notizia, che Bruno sta meglio, sta bene, è uscito dal reparto rianimazione e lo stanno adesso portando in un altro reparto. Un piccolo passo verso la normalità lo abbiamo fatto, sono stati dei giorni bruttissimi che non auguro veramente a nessuno,” ha dichiarato il presidente, sottolineando il peso emotivo di quanto accaduto.

La condanna unanime e il richiamo alla civiltà

Bruno Petrone – Fonte X – pmgsport.it

L’emozione e lo sconcerto di Anellucci non si limitano al sollievo per il suo giocatore, ma si estendono a una ferma condanna dell’atto di violenza. Il presidente ha descritto i giorni successivi all’aggressione come “bruttissimi”, esprimendo un sentimento di vicinanza quasi paterna nei confronti dei suoi atleti. “Io sono un presidente un po’ particolare, i ragazzi sono dei miei figli, quando ho saputo la notizia sono rimasto senza parole, è come se fosse stato mio figlio. È una cosa aberrante, non può succedere,” ha affermato con profonda commozione, evidenziando il legame speciale che lo unisce ai giovani del club.

La riflessione di Anellucci va oltre il caso specifico, trasformandosi in un richiamo alla responsabilità e alla civiltà. “Credo che nessuno nel 2025 debba trovarsi in una situazione del genere: chi esce di casa con un coltello da pane e dà cinque coltellate a un ragazzo di 18 anni, non c’è niente da dire, soltanto da condannare in maniera ferma, dura,” ha incalzato. Le sue parole risuonano come un monito contro una violenza gratuita e inspiegabile che continua a minacciare la sicurezza dei giovani in contesti di socialità. La vicenda di Bruno Petrone, pur avendo un lieto fine grazie alla sua ripresa, resta un grave campanello d’allarme su un fenomeno che la società civile e le istituzioni sono chiamate a combattere con determinazione.