“Calci, schiaffi e sputi”: brutale aggressione da parte dei tifosi | Colpiti diversi giocatori rossoneri

“Calci, schiaffi e sputi”: brutale aggressione da parte dei tifosi | Colpiti diversi giocatori rossoneri

Ultrà - Lapresse - pmgsport.it

Calci, schiaffi e sputi: la rabbia dei tifosi rossoneri esplode al rientro della squadra, giocatori aggrediti al centro sportivo

Quella che doveva essere una normale serata di rientro dopo una trasferta difficile si è trasformata in un incubo per una squadra rossonera. All’arrivo al centro sportivo, il pullman è stato circondato da decine di tifosi furiosi, decisi a “chiedere conto” ai propri beniamini dell’ennesima prestazione deludente. In pochi minuti, il confine tra contestazione e violenza è stato superato, con una scena che nulla ha a che vedere con la passione per il calcio.

I giocatori rossoneri, scesi dal mezzo per raggiungere gli spogliatoi, si sono ritrovati faccia a faccia con una folla inferocita. Dalle urla si è passati rapidamente a spintoni, poi a calci, schiaffi e sputi rivolti a più di un calciatore, colpito mentre cercava solo di ripararsi. Alcuni componenti dello staff hanno provato a fare da scudo, ma la pressione dei presenti è stata tale da rendere ingestibile la situazione per diversi minuti, fino all’intervento delle forze dell’ordine e della sicurezza interna.

La brutalità dell’episodio non è passata inosservata: video e testimonianze hanno iniziato a circolare sui social nel giro di poche ore, mostrando giocatori intimoriti e costretti a correre verso l’ingresso per evitare guai peggiori. Non si è trattato di un semplice lancio di insulti o di uno striscione provocatorio, ma di un’aggressione fisica vera e propria, consumata contro atleti ancora in divisa, colpevoli soltanto di risultati sportivi al di sotto delle aspettative.

Contestazione degenerata: cosa è successo davvero ai rossoneri

Dalla ricostruzione dei fatti emerge che la contestazione era stata in qualche modo annunciata: l’ambiente era in ebollizione da giorni, complici una serie di sconfitte consecutive e una classifica che non rispecchia le ambizioni stagionali del club. Alcuni tifosi rossoneri avevano annunciato la volontà di “parlare” con la squadra al ritorno dalla trasferta, ma nessuno immaginava che la tensione sarebbe sfociata in un assalto al rientro al centro di allenamento, con giocatori circondati e costretti a farsi largo tra la folla.

Stiamo parlando dei rossoneri del Nizza, reduci da una pesante sconfitta contro il Lorient. Tra i più bersagliati dagli ultras ci sono stati Jérémie Boga e Terem Moffi, colpiti con calci, schiaffi e sputi mentre cercavano di allontanarsi, insieme ad altri compagni e membri dello staff. Le immagini di Boga trattenuto e Moffi spinto a forza hanno fatto rapidamente il giro d’Europa, trasformando una contestazione “di piazza” in un caso internazionale di violenza da stadio.

Stemma del Nizza – Fonte X – pmgsport.it

Il caso Nizza riapre il dibattito sulla violenza ultras

L’episodio ha scosso profondamente il club rossonero della Costa Azzurra, già alle prese con risultati deludenti e un ambiente carico di frustrazione. La società ha annunciato provvedimenti durissimi nei confronti dei responsabili, con la collaborazione delle autorità per individuare chi ha partecipato all’aggressione. In Francia si parla apertamente di “vergogna” e di linea dura verso quei gruppi organizzati che, dietro la bandiera del tifo, trasformano ogni crisi sportiva in un pretesto per imporre la propria legge fuori dagli stadi.

Resta l’immagine di alcuni giocatori rossoneri costretti a doversi difendere dai propri tifosi, un paradosso che racconta meglio di qualsiasi slogan quanto sia sottile il confine tra passione e violenza. Il caso Nizza diventa così un campanello d’allarme per tutto il calcio europeo: se la sconfitta sul campo può essere rimediata, una squadra che non è più al sicuro nemmeno al rientro al proprio centro sportivo rischia di ritrovarsi prigioniera dei suoi stessi ultras. E a farne le spese, ancora una volta, sono i professionisti che dovrebbero limitarsi a giocare, non a temere calci, schiaffi e sputi ogni volta che la stagione gira male.