“Ho pensato di ritirarmi”: Juventus, annuncio da pelle d’oca | Il top player è stato a un passo dall’addio
Allianz Stadium, lo stadio della Juventus - Lapresse - pmgsport.it
Il racconto sincero del bianconero riporta in primo piano il lato più umano del calcio: dietro i riflettori e le maglie iconiche, anche un professionista affermato può arrivare a dubitare di sé al punto da immaginare l’addio al campo.
Nel mondo del pallone, dove ogni settimana si alternano trionfi e critiche feroci, pochi calciatori decidono di condividere le proprie fragilità.
Il giocatore della Juventus, invece, ha scelto di farlo apertamente, svelando un passato recente in cui la pressione, gli infortuni e la ricerca costante della perfezione lo hanno portato a interrogarsi sul proprio futuro. Una rivelazione che sorprende, soprattutto considerando la solidità e la maturità che mostra ogni volta che scende in campo.
Le sue parole arrivano in un momento cruciale della stagione, quando ogni dettaglio può fare la differenza e le aspettative si fanno sempre più pesanti.
Il giocatore in questione è Mattia Perin, il quale ha ammesso di essere il più severo giudice di se stesso, un atteggiamento che lo ha aiutato a crescere ma che, allo stesso tempo, ha creato un carico emotivo non sempre facile da sostenere. Eppure, da quella fase complicata è riemerso con una determinazione nuova, capace di restituirgli la serenità necessaria per continuare a difendere con orgoglio la porta bianconera.
Un percorso interiore che nessuno vede
Dietro un numero sulla schiena e dietro le parate decisive c’è un atleta che vive ogni partita come un esame. Perin lo ha raccontato senza filtri, spiegando come la spinta a migliorarsi possa, talvolta, trasformarsi in un peso ingombrante. La necessità di dimostrare il proprio valore, soprattutto in un club come la Juventus, crea un livello di aspettativa che non concede pause. Ed è proprio in quei momenti che il dubbio può insinuarsi, anche nella mente di un professionista esperto.
Sono stati mesi di riflessioni profonde, un periodo in cui la tentazione di abbandonare tutto ha sfiorato la sua carriera: “Ho capito quanto possa essere importante l’aspetto mentale non solo nello sport ma soprattutto nella vita quotidiana. Ho iniziato con Nicoletta Romanazzi grazie al mio agente Alessandro Lucci, stavo attraversando un periodo delicato, stavo pensando di smettere di giocare a calcio dopo tanti infortuni e non trovavo più la felicità nel giocare”, ha affermato il portiere in occasione del Social Football Summit a Torino.

La rinascita sportiva e personale di un leader silenzioso
Il presente racconta un’altra storia: un portiere più maturo, più centrato e consapevole delle proprie responsabilità. Perin non cerca protagonismo, ma offre un contributo decisivo ogni volta che viene chiamato in causa. Questa rinascita nasce proprio dal momento di crisi, trasformato in un motore per crescere e per tornare a vivere il calcio con passione autentica. È un percorso che molti non immaginano, nascosto dietro l’immagine di un giocatore affidabile e sempre pronto.
La sua testimonianza diventa così un messaggio potente: anche al massimo livello, la carriera di uno sportivo non è solo una sequenza di prestazioni, ma un cammino fatto di dubbi, paure e rinascite. Perin oggi incarna la figura del leader silenzioso, quello che parla poco ma si fa ascoltare, che cade e si rialza con maggiore lucidità. E proprio questo lato umano, più che una parata spettacolare, restituisce una delle immagini più vere e coinvolgenti di questa stagione bianconera.
